Un’ulteriore opportunità per le imprese che operano in Abruzzo, quello delle zone franche doganali per la cui istituzione, la ZES, sentito il Comitato di Indirizzo, ha predisposto un apposito avviso pubblico rivolto a operatori economici.
L’iniziativa è stata presenta ieri mattina a Pescara dal Commissario ZES Abruzzo Mauro Miccio, da Davide Miggiano Direttore per il Lazio e l’Abruzzo dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli e dal presidente della Regione, Marco Marsilio nel corso di una conferenza stampa.
Con la zona franca doganale il deposito delle merci e le attività di trasformazione godono di benefici fiscali (principalmente esenzione dazi doganali e IVA) riducendo una serie di costi che incidono in maniera significativa sul budget d’impresa.
L’avviso pubblico è finalizzato a individuare soggetti privati interessati a gestire una zona franca fra quelle disponibili nel perimetro dell’area Zes. Gli operatori interessati dovranno far pervenire la domanda entro il 15 settembre 2023.
Ma se non vi dovessero essere risposte da parte di privati, la legge prevede che il Comitato di indirizzo (nel caso dell’Abruzzo composto oltre che dal Commissario Mauro Miccio, dal presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio; Giuseppe Savini dell’Arap e delegati del MIT e della Presidenza del Consiglio) possa formulare una propria proposta con una zona franca ricadente in un un’area pubblica. Le proposte pervenute, sia private che pubbliche, devono essere approvate dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli.
Di seguito i principali benefici delle Zone Franche Doganali:
- deposito e stoccaggio, senza limiti temporali, delle merci estere (non unionali) introdotte nel territorio doganale della UE in sospensione dal pagamento dei diritti doganali (dazi/IVA);
- lavorazioni di trasformazione/assemblaggio sfruttando il regime doganale speciale del traffico di perfezionamento attivo;
- possibilità di effettuare manipolazioni usuali;
- semplificazioni delle formalità doganali di presentazione in dogana delle merci;
- la possibilità di non precludere l’utilizzo dell’area ad altri operatori economici intenzionati all’utilizzo del regime di zona franca (uso non esclusivo della perimetrazione in ragione delle peculiarità intrinseche di una ZFD).