Rendicontazione di sostenibilità estesa alle PMI: CSRD pubblicata in Gazzetta Ufficiale

Il D.Lgs. 6 settembre 2024 n. 125 di recepimento della Direttiva CSR (Corporate Sustainability Reporting) sulla rendicontazione di sostenibilità è stato pubblicato nella GU 10 settembre 2024 n. 212, dopo l’approvazione definitiva del Consiglio dei Ministri del 30 agosto 2024.

Si tratta di importanti novità sulle informazioni da inserire nel Bilancio di esercizio che comprenderanno non solo quelle finanziarie, ma anche informazioni di sostenibilità riguardanti gli impatti, i rischi e le opportunità legate ai temi ESG, ossia i criteri Ambientale, Sociale e di Governance che permettono di avere una visione completa della capacità delle imprese di generare nuovo valore.

La rendicontazione di sostenibilità ha l’obiettivo di migliorare la trasparenza verso gli stakeholders, promuovendo pratiche aziendali sostenibili attraverso l’obbligo di fornire informazioni qualitative e quantitative necessarie alla comprensione dell’impatto che l’impresa ha sulle questioni di sostenibilità e del modo in cui tali questioni influiscono sull’andamento dell’impresa e sui suoi risultati.

Rispetto alla situazione attuale, viene di molto ampliato il perimetro di obbligatorietà che comprende anche le imprese che hanno un volume d’affari di oltre 50 milioni di euro, un attivo di oltre 25 milioni ed oltre 250 dipendenti.

La CSRD si applica progressivamente:

dal 1° gennaio 2024 alle imprese quotate in borsa, che superano almeno due dei seguenti limiti:

    • totale attivo dello stato patrimoniale superiore a 25 milioni di euro (rispetto ai precedenti 20 milioni della Non Financial Disclosure Regulation recepita dal D. Lgs. 254/2016);
    • ricavi netti superiori a 50 milioni di euro (rispetto ai 40 milioni della NFDR);
    • oltre 500 dipendenti.

dal 1° gennaio 2025 alle imprese, anche non quotate, che superano almeno due dei seguenti limiti:

    • totale attivo dello stato patrimoniale superiore a 25 milioni di euro;
    • ricavi netti superiori a 50 milioni di euro;
    • oltre 250 dipendenti.

Si stima che, solo in Italia, i soggetti interessati dal provvedimento saranno oltre 7.000, rispetto ai 300 obbligati nel 2024, che a loro volta coinvolgeranno i loro fornitori, tipicamente le PMI italiane, a fornire le informazioni che sono previste dalla normativa.

Successivamente l’applicazione sarà estesa:

dal 1° gennaio 2026, alle PMI quotate che comprendono quelle con fatturato superiore a 900mila euro, attivo superiore a 450mila euro e oltre 50 dipendenti;

dal 1° gennaio 2028, riguarderà anche le imprese di Paesi terzi (extra UE) che generano ricavi nel territorio dell’Unione superiori a 150 milioni di euro.

La CSRD introduce molteplici obblighi di rendicontazione, da includere in una apposita sezione della relazione sulla gestione, necessari alla comprensione dell’impatto dell’impresa sulle questioni di sostenibilità (impatto inside-out) nonché le informazioni necessarie a comprendere il modo in cui le questioni di sostenibilità influiscono sull’andamento dell’impresa, sui suoi risultati e sulla sua situazione (impatto outside-in).

Oltre alle tante informazioni richieste, una importante innovazione risiede nella necessità di coerenza tra informazioni finanziarie e informazioni di sostenibilità.

La rendicontazione di sostenibilità è soggetta ad una specifica attestazione che può essere affidata allo stesso revisore legale o società di revisione del “bilancio di esercizio” o un diverso revisore legale o società di revisione.

Per maggiori dettagli consulta il D.Lgs. 6 settembre 2024 n. 125 (GU 10 settembre 2024 n. 212)

Pubblicato il 11 Settembre, 2024