Pubblicato il documento completo della Strategia Italiana per l’Intelligenza Artificiale 2024-2026

A pochi giorni dalla pubblicazione dell’AI Act sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea e dall’inizio delle audizioni in commissione, presso il Senato della Repubblica, del disegno di legge sull’intelligenza artificiale, è disponibile il documento integrale della Strategia Italiana per l’Intelligenza Artificiale 2024-2026.

Il testo è stato redatto da un Comitato di esperti* per supportare il Governo nella definizione di una normativa nazionale e delle strategie relative a questa tecnologia. Il Comitato, composto da quattordici membri di comprovata competenza ed esperienza, ha lavorato intensamente per analizzare l’impatto dell’intelligenza artificiale e mettere a punto un piano strategico con l’obiettivo di guidare lo sviluppo dell’IA in modo responsabile e inclusivo.

La Strategia Italiana per l’Intelligenza Artificiale è un passo cruciale per l’Italia, che mira ad assumere un ruolo di primo piano in materia di IA e transizione tecnologica, anche grazie all’importante ruolo che sta svolgendo presidenza del G7. Il documento riflette l’impegno del Governo nel creare un ambiente in cui l’IA possa svilupparsi in modo sicuro, etico e inclusivo, massimizzando i benefici e minimizzando i potenziali effetti avversi.

Dopo un’analisi del contesto globale e del posizionamento italiano, il documento definisce le azioni strategiche, raggruppate in quattro macroaree: Ricerca, Pubblica Amministrazione, Imprese e Formazione. La strategia propone, inoltre, un sistema di monitoraggio della relativa attuazione e un’analisi del contesto regolativo che traccia la cornice entro cui dovrà essere dispiegata.

Da rilevare che solo il 15% delle piccole e medie imprese italiane ha avviato un progetto pilota di IA nel 2022; un valore assolutamente troppo bas­so, seppure in crescita di 9 punti percentuali rispetto all’anno precedente; inoltre, circa 600 sono i brevetti in IA e poco più di 350 risultano le startup di IA fonda­te a partire dal 2017, dato che ci colloca quale fanalino di coda in Europa.

Nel Documento, tra le altre cose, si evidenziano non solo le potenzialità e i benefici, ma anche quelli che sono i rischi della AI, poiché le innovazioni tecnologiche degli ultimi anni continuano ad animare un fervente dibattito internazionale sulla questione, estensibili non solo all’economia e alla competitività, ma anche all’intera società e alle persone.

Dal digital divide a un surplus di normative, dal riposizionamento del personale alla mancanza di efficacia, tra i rischi cui si va incontro ce n’è uno, in particolare, che merita una riflessione più approfondita perché li ricomprende tutti: il “non fare”.

<<Il “non fare” – si legge nel Documento – può essere, in particolare, alimentato da un approccio all’innovazione che si limiti a importare/acquistare soluzioni esistenti, interpretando la rivoluzione dell’Intelligenza Artificiale come una semplice sfida a creare interfacce su un mondo tecnologico animato da altri; occorre dunque essere ambiziosi, evidenziando il valore economico dell’impiego di questi sistemi tecnologici nei servizi (anche pubblici o di pubblico interesse) e nei processi produttivi.
(…) Occorre potenziare la capacità di produrre la nostra tecnologia su misura delle esigenze, dei valori, dei diritti e degli interessi del nostro Paese. Si dovrà investire in applicazioni e soluzioni che siano orientate a supportare le specificità del nostro sistema-Paese, privilegiando una dimensione di sviluppo applicativo interno e non figlio di una prospettiva di importazione>>.

 

*Coordinato da Gianluigi Greco, professore di informatica all’Università della Calabria e presidente di AIxIA, il Comitato include figure di spicco come Viviana Acquaviva, Paolo Benanti, Guido Boella, Marco Camisani Calzolari, Virginio Cantoni, Maria Chiara Carrozza, Rita Cucchiara, Agostino La Bella, Silvestro Micera, Giuliano Noci, Edoardo Carlo Raffiotta, Ranieri Razzante e Antonio Teti.

 

Pubblicato il 23 Luglio, 2024