Energia, MASE firma il decreto per imprese energivore: prezzi più contenuti per alleviare la spesa elettrica

Il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica ha firmato il decreto “Energy Release”, il provvedimento che stabilisce un prezzo calmierato dell’energia elettrica come misura a supporto delle imprese energivore che realizzano nuova capacità di generazione di energia elettrica da fonti rinnovabili. 

Il decreto appena firmato garantirà alle aziende energivore, che rappresentano una parte essenziale del tessuto produttivo italiano, prezzi più contenuti per alleviare la spesa elettrica. In sintesi, la Misura prevede la facoltà di richiedere al Gse per 3 anni una anticipazione del 50% dell’energia a prezzi competitivi, che verrà generata a seguito degli investimenti da parte delle imprese per un ammontare di circa 12 miliardi di euro in impianti di energia rinnovabile, per i quali è concessa anche una priorità sull’utilizzo di superfici pubbliche. 

La messa a disposizione dell’energia elettrica avviene mediante contratti per differenza a due vie a fronte dell’impegno a realizzare nuova capacità di generazione green entro 40 mesi dalla sottoscrizione e a restituire l’energia anticipata su un orizzonte temporale di 20 anni ad un prezzo pari a quello di anticipazione. La nuova capacità è realizzata mediante nuovi impianti ovvero mediante il rifacimento di strutture esistenti, di potenza pari almeno a 200 kW.

Un contratto per differenza a due vie è uno strumento finanziario utilizzato nel settore dell’energia per stabilizzare i ricavi dei produttori di energia rinnovabile e garantire la previsione dei costi per i consumatori. Funziona come un accordo tra un produttore di energia e un ente pubblico o una utility, dove il prezzo dell’energia è fissato per un periodo determinato. In pratica, nel contratto viene stabilito un prezzo fisso o di riferimento per l’energia (strike price); l’energia prodotta viene venduta sul mercato all’ingrosso al prezzo di mercato corrente. Se il prezzo di mercato è inferiore al prezzo di riferimento, l’acquirente del contratto (di solito un ente governativo o una utility) paga al produttore la differenza tra il prezzo di riferimento e il prezzo di mercato, se il prezzo di mercato è superiore al prezzo di riferimento, il produttore paga la differenza all’acquirente del contratto.

Il provvedimento prevede, inoltre, contributi fino a un massimale di 300 mila euro a copertura dei costi sostenuti dalle imprese per garantire il valore dell’energia anticipata.

 

Pubblicato il 25 Luglio, 2024