Nella seduta di mercoledì 3 luglio, la Camera ha approvato in via definitiva il disegno di legge di conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 7 maggio 2024, n. 60, recante ulteriori disposizioni urgenti in materia di politiche di coesione.
Il cd “Decreto Coesione”, già approvato dal Senato che ha portato a 50 gli iniziali 38 articoli, contiene interventi che si inseriscono nel quadro della revisione del PNRR e sono volti ad accelerare e rafforzare l’attuazione degli interventi finanziati dalla politica di coesione, riducendo i divari territoriali.
Il “cuore” del Decreto è riconducibile a tre distinte finalità: promuovere lo sviluppo economico e la competitività del Paese; intensificare ulteriormente gli interventi volti a favorire il superamento del divario economico e sociale delle Regioni del Mezzogiorno rispetto alle altre aree del Paese; definire misure volte a garantire la tempestiva attuazione degli interventi relativi al Piano nazionale di ripresa e resilienza, coerentemente con il relativo cronoprogramma.
In generale, il provvedimento si pone come obiettivo quello di accelerare l’attuazione della politica di coesione europea 2021- 2027 nei settori strategici, tra i quali rientrano il settore dei trasporti e della mobilità sostenibile, l’energia, le risorse idriche, le infrastrutture per il rischio idrogeologico e la protezione dell’ambiente, i rifiuti, il sostegno allo sviluppo e all’attrattività delle imprese, anche per la transizione digitale e verde.
Si aumentano le risorse per i contributi straordinari finalizzati a favorire la fusione dei Comuni; si introducono norme in materia di perequazione infrastrutturale del Mezzogiorno, indicando che il relativo fondo sia indirizzato al finanziamento dell’attività di progettazione e di esecuzione di interventi da realizzare nei territori delle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia, Sardegna per infrastrutture stradali, autostradali, ferroviarie, portuali, aeroportuali, idriche, nonché per strutture sanitarie, assistenziali, per la cura dell’infanzia e strutture scolastiche.
Spazio anche a norme volte alla definizione di specifiche azioni a sostegno dell’avvio di attività di lavoro autonomo, imprenditoriali e libero-professionali, e a quelle che prevedono un esonero contributivo transitorio. Il testo amplia la platea di soggetti iscritti al Sistema informativo per l’inclusione sociale e lavorativa, disponendo l’iscrizione d’ufficio a tale Sistema anche dei percettori della Nuova prestazione di assicurazione sociale per l’impiego (Naspi) e dell’indennità di disoccupazione per i lavoratori con rapporto di collaborazione coordinata e continuativa (Dis-coll). Viene istituita e disciplinate la misura denominata “Resto al Sud 2.0”, finalizzata a sostenere l’avvio di attività imprenditoriali e libero-professionali nel Mezzogiorno d’Italia. Vengono introdotte delle modifiche al Testo unico degli enti locali (Tuel), orientate ad una semplificazione della gestione della liquidità volta a favorire una riduzione dei tempi di pagamento dei debiti commerciali.
Altra importante novità è l’indicazione che il ministro dell’Università e della Ricerca, d’intesa con il ministro per gli Affari europei, il Sud, le Politiche di coesione e il Pnrr, entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore del decreto, definisca un Piano di azione denominato “RicercaSud – Piano nazionale ricerca per lo sviluppo del Sud 2021-2027”, per lo sviluppo di capacità di ricerca e di innovazione nelle aree della Zona economica speciale unica del Mezzogiorno, e la promozione della mobilità, anche dall’estero, verso le aree del Mezzogiorno.
Più in dettaglio, il Decreto introduce importanti novità sul fronte occupazionale. Tra gli obiettivi principali del testo, infatti, ci sono quelli volti a:
-Sostenere l’autoimpiego e promuovere l’occupazione di giovani e donne, soprattutto nel Mezzogiorno.
–Investire sulle competenze, inclusi i lavoratori in esubero delle grandi aziende in crisi.
-Valorizzare le opportunità della tecnologia attraverso la piattaforma SIISL.
Il documento contiene specifiche disposizioni relative ai programmi finanziati dalle risorse della politica di coesione europea 2021-2027 di titolarità delle Amministrazioni centrali, allo scopo di:
- sostenere l’occupazione e rendere più efficiente il mercato del lavoro nelle regioni del Mezzogiorno;
- contrastare la povertà educativa e di migliorare l’offerta educativa, anche di tipo tecnico – professionale;
- favorire la mobilità, anche dall’estero, verso le aree del Mezzogiorno e di rafforzare il capitale umano dedicato allo sviluppo e al funzionamento delle infrastrutture di ricerca nelle aree del Mezzogiorno;
- sostenere la rigenerazione urbana, contrastare il disagio socio-economico e abitativo nelle aree caratterizzate da rilevanti criticità sociali ed economiche, nonché per promuovere la mobilità «green», l’inclusione e l’innovazione sociale, nei territori delle Città metropolitane;
- sostenere gli investimenti nelle aree industriali produttive ed artigianali localizzate nei comuni superiori a 5.000 abitanti ubicati nelle regioni del Sud;
- promuovere le iniziative relative ai luoghi della cultura;
- rafforzare i presidi di legalità e gli strumenti di prevenzione e il contrasto dei fenomeni criminali nelle aree del Mezzogiorno.
Il decreto prevede lo stanziamento di oltre 2,8 miliardi di euro destinati alla promozione dell’occupazione, tramite il Programma nazionale giovani, donne e lavoro 2021-2027 e le risorse della Misura 5 del PNRR per le politiche attive collegate al Programma GOL. Inoltre, include finanziamenti per la riconversione delle competenze dei lavoratori delle grandi imprese in crisi.
In particolare, come vi avevamo anticipato, per incentivare l’occupazione giovanile, è riconosciuto un incentivo ai disoccupati con meno di 35 anni che, tra il 1° luglio 2024 e il 31 dicembre 2025 avviano sul territorio nazionale un’attività imprenditoriale nei settori strategici per lo sviluppo di nuove tecnologie e la transizione digitale ed ecologica. Possono chiedere l’esonero dal versamento del 100% dei contributi previdenziali a carico dei datori di lavoro privati, nel limite di 800 euro su base mensile per ciascun lavoratore con meno di 35 anni (con esclusione dei premi e contributi Inail) assunto a tempo indeterminato nel medesimo periodo (dal 1° luglio 2024 al 31 dicembre 2025).
Ai datori di lavoro privati che dal 1 settembre 2024 e fino al 31 dicembre 2025 assumono personale non dirigenziale under 35 (mai occupato a tempo indeterminato) con un contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato, o stabilizzano un contratto a termine, è riconosciuto per un massimo di 24 mesi l’esonero dal versamento del 100% dei contributi previdenziali a carico dei datori di lavoro privati (con esclusione dei premi e contributi Inail) nel limite di 500 euro su base mensile per ciascun lavoratore.
Se le assunzioni interessano una sede nelle regioni del Mezzogiorno, tra cui l’Abruzzo, l’esonero aumenta fino ad un massimo di 650 euro su base mensile per ciascun lavoratore. Sono esclusi dall’incentivo i rapporti di lavoro domestico e di apprendistato.
E ancora: per ciascuna dipendente donna considerata “svantaggiata”, assunta a tempo indeterminato dal 1° settembre 2024 fino al 31 dicembre 2025, viene riconosciuto l’esonero, per un periodo massimo di 24 mesi, del 100% dal versamento dei contributi previdenziali dovuti dal datore di lavoro privato nel limite di 650 euro su base mensile (con esclusione dei premi e contributi Inail). Per fruire del bonus, le dipendenti assunte devono rientrare in una delle seguenti categorie: a) donne di qualsiasi età, prive di un impiego regolarmente retribuito da almeno 6 mesi, residenti nelle regioni della Zona Economica Speciale unica per il Mezzogiorno; b) donne di qualsiasi età prive di un impiego regolarmente retribuito da almeno 24 mesi, ovunque residenti. L’esonero, lo ricordiamo, non si applica ai rapporti di lavoro domestico e di apprendistato.
Infine, per ciascun dipendente assunto come lavoratore subordinato a tempo indeterminato (non dirigente) dal 1° settembre 2024 fino al 31 dicembre 2025 è previsto l’esonero per un massimo di 24 mesi del 100% dal versamento dei contributi previdenziali dovuti dal datore di lavoro privato nel limite di 650 euro su base mensile (con esclusione dei premi e contributi Inail). L’esonero è garantito ai soli datori di lavoro privati che occupano fino a 10 dipendenti che assumono presso una sede in una regione della Zona economica speciale per il Mezzogiorno.
Sono previste alcune condizioni per beneficiare dell’incentivo. Il dipendente deve: a) aver compiuto 35 anni di età; b) essere disoccupato da almeno 24 mesi; c) essere assunto presso una sede o un’unità produttiva ubicata nella Zes del Mezzogiorno.
L’obiettivo è quello di assicurare interventi di formazione, riqualificazione, orientamento professionale e promozione dell’imprenditorialità per favorire la riconversione professionale dei lavoratori in esubero delle grandi aziende in crisi. Dal 1° luglio 2024 nasce la Cabina di regia per l’uso delle risorse del Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione per i lavoratori espulsi dal lavoro, gestita dal ministero del Lavoro, con Regioni e Province autonome di Trento e Bolzano. I datori di lavoro con almeno 250 dipendenti che abbiano in corso trattamenti di integrazione salariale da almeno un biennio possono chiedere l’attivazione della cabina di regia.